Presepe Vivente della scuola primaria dell’ Istituto Villa Flaminia

RELEM – Presepe Vivente della scuola primaria dell’ Istituto Villa Flaminia

Una scuola intera che diviene presepe: 450 bambini, 35 docenti, genitori. L’iniziativa, nata 15 anni fa, è appuntamento oramai tradizionale per la scuola primaria dei Lasalliani a Villa Flaminia. “L’ obiettivo – spiega Fratel Salvatore Santoro, direttore – è vivere il Natale in maniera più sentita e partecipativa, condividendo il suo messaggio autentico”. Un percorso di collaborazione che inizia a giugno con la preparazione del copione, affidato alle classi quinte, presentato poi a settembre.
Poi a metà ottobre la preparazione delle scenografie, che abbelliscono i gazebo dipinti dai bambini con l’aiuto della maestra d’arte. Così nell’anfiteatro all’aperto della scuola trovano posto, come in un antico villaggio della Palestina, i cestai, gli antichi romani, i contadini, gli angeli e ancora fornai, pescatori, commercianti di tappeti, bazar e stelline. Al centro la capanna, luogo dell’attesa. Le prove generali, dalla prima settimana di dicembre.
Tutto per una sola rappresentazione, quest’anno quella del 15 dicembre, con inizio alle 17.Percorsi di cooperazione che coinvolgono tutte le componenti della scuola, genitori compresi, in particolare coinvolti nell’allestimento dei gazebo e in parti recitate. “Occasione per generare incontro” conclude Fratel Santoro “fare rete e camminare insieme, generando percorsi di condivisione: dal mercatino della solidarietà con cui quest’anno sono stati raccolti 10 mila euro per i terremotati di Amatrice, alla mensa per i poveri, nata nella scuola nel 2002, che offre ogni giorno 120 pasti caldi serviti da studenti, insegnanti e genitori”.

Da Scampia al Quirinale: Mattia è “Alfiere della Repubblica”

Una famiglia normale, in un contesto difficile. La presenza di una sorella con problemi di disabilità porta la mamma a concentrare le sue attenzioni su di lei, spingendo gli altri figli ad essere necessariamente indipendenti e da subito. Mattia è un ragazzo che tre anni fa sarebbe stato semplice etichettare come un “neet”, un ragazzo non impegnato in percorsi di formazione, educazione o lavoro.
“Non faceva assolutamente niente” conferma Fratel Enrico Muller, lasalliano, responsabile di CasArcobaleno, comunità educativa nata nel 2007. “Trascorreva le serate al parco pubblico con degli amici e aveva completamente abbandonato non solo gli studi ma, potremmo dire, la vita”.

Nella fotografia si è distinto per delle doti naturali e per il suo contemplare il mondo. Ha acquisito competenze in programmi informatici per la gestione e correzione delle fotografie, ha accettato lavori come aiutante fotografo e ha saputo e voluto utilizzare le proprie doti umane ed empatiche per aiutare altri ragazzi che provenivano da situazioni simili.

Alle 12 il conferimento, dal Presidente della Repubblica, dell’Attestato d’Onore istituito nel 2010 e riservato ai minori che si sono distinti nel campo dello studio, della cultura, della scienza, dell’arte, dello sport e del volontariato. “Una valorizzazione dei percorsi di educazione non formale che hanno tanto valore in Europa ma che in Italia ancora stentano a trovare un riconoscimento” sottolinea Fratel Enrico, al Quirinale con Mattia. “Una grande sorpresa per me”, confessa il ragazzo “un riconoscimento che mi ha stupito: uno sguardo sul mio futuro e non sul passato, l’invito a continuare il cammino intrapreso“.

fonte: www.lasalleitalia.net

Suona la campanella a Scampia, per una seconda opportunità.

Altri 20 ragazzi dal 1° dicembre sono tornati sui banchi di scuola a CasArcobaleno. Tra gli altri Kevin, Alex, Ida, Maria, Luigi, Enzo. Dura la selezione: tra i requisiti, “essere stati bocciati almeno due volte e segnalati dai servizi sociali”. Sorride Fr. Enrico Muller, lui milanese con il pallino della scuola “buona”, quella che non lascia indietro nessuno, che raccoglie “quel che resta”, ricuce, riorienta. “Abbiamo alcuni ragazzi Rom. Altri con il papà in carcere per lungo periodo” spiega. “Uno ha vissuto atti di bullismo e non era più stato a scuola. C’è chi è appassionato di calcio, ma anche un ragazzo che è un gran pasticcere e tiene in camera tutto quanto occorre per sfornare torte dolci e salate”.

io-valgo-17-b

Volti timidi e occhi curiosi hanno varcato a pieno diritto il loro anno di “Io valgo!”, il progetto di recupero dei ragazzi e contrasto alla dispersione scolastica promosso dai Lasalliani con OCCHI APERTI, la cooperativa sociale fondata nel 2007 per vivere percorsi educativi e lavorativi inclusivi e alternativi a Scampia, al suo 11° anno di attività. “Tanta concentrazione, attese, sogni, voglia di riscatto, curiosità”.

Ad accoglierli l’equipe degli educatori ed il disegno su una parete di una grande mongolfiera. “E’ il simbolo di quest’anno: i genitori sono il prato: ogni mamma è stata invitata a mettere un fiore e fare un augurio al ragazzo. I grandi alberi erano le scuole e i servizi sociali con le loro foglie colorate. Gli educatori di Io Valgo, le nuvole e il vento, importanti per spingere e sostenere il viaggio della mongolfiera. Nel cestino i ragazzi hanno posto il loro nome ed una parola per questo anno che li attende. Quella più gettonata è stato impegno: fa ben sperare”.

di leggere www.altodadire.org

Religiosi e religiose nella prima guerra mondiale: una mostra per ricordarne l’impegno

Una mostra per far conoscere il grande impegno caritativo di religiose e religiosi italiani durante la prima guerra mondiale, “un contributo senza il quale” specifica il curatore don Giancarlo Rocca, paolino “le sofferenze degli italiani sarebbero state decisamente maggiori”. L’iniziativa, che verrà inaugurata oggi alle 10:30 al Vittoriano in collaborazione con il Coordinamento Storici Religiosi, porta in luce numeri e risposte prodotte dai diversi Istituti: “circa 9.400 – specifica Rocca – i religiosi italiani che hanno preso parte alla guerra, provenienti da oltre 40 Congregazioni, di cui 572 divennero ufficiali, 592 furono cappellani militari, 362 furono feriti, 320 morirono in guerra e 376 furono decorati”. Il maggior numero proveniva dai Frati Minori, che in guerra inviarono oltre 2.200 religiosi. Trecento i Fratelli delle Scuole Cristiane. Il numero delle religiose impegnate nei vari ospedali (da campo, di riserva, territoriali, contumaciali, treni ospedale ecc.) resta imprecisato, ma certamente furono diverse migliaia. “Solo le Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli ad esempio ne impegnarono circa 800”.

Così la mostra fa memoria tra l’altro della trasformazione di centinaia di case religiose in ospedali, come l’Istituto De Merode di Roma per i soldati feriti in guerra, diretto da Fratel Alessandro Alessandrini, lasalliano: 200 posti letto, 160 per i soldati e 40 per gli ufficiali. Palestre destinate alla riabilitazione, laboratorio di Fisica divenuto laboratorio radiografico, compresa una piccola sala chirurgica approntata per gli interventi minori. Tra i volontari tanti convittori poi chiamati al fronte, quindi mamme di studenti o ex allievi dei Fratelli. Presso l’ospedale istituita anche una scuola elementare per i numerosi soldati analfabeti ricoverati: nel luglio del 1917 con una sentita cerimonia la scuola consegnò la licenza elementare a 9 soldati. Attivo fino al dicembre del 1918 tornò in primavera scuola a tutti gli effetti.

E ospedale divenne anche l’educandato delle suore Dorotee di Vicenza, quello delle Suore Ravasco a Genova, la casa dei Salesiani a Verona, il noviziato delle suore della Provvidenza a Udine, sede dell’ospedale Città di Milano. Tante strutture ancora vennero adibite ad uso militare, “Case del soldato” fondate nel corso della guerra.

i-soldati-ospiti-del-de-merode-preparano-scaldaranci-per-il-fronte
Soldati accolti nell’Ospedale De Merode e infermieri volontari, intenti a preparare scaldaranci per i soldati al fronte, sfruttando rotoli di carta straccia (maggio 1916)

Tra i documenti di particolare interesse i “diari di guerra” di Fratel Prospero Giuliani, Fratello delle Scuole Cristiane che aveva combattuto al fronte, vissuto fino a tarda età, ricevendo diversi riconoscimenti per il valore dimostrato sul campo. “Il suo resoconto quotidiano dal fronte” spiega Lucia Graziano, dell’Archivio Lasalliano “è spesso, drammatico ed emozionante come le circolari di Fratel Leandro, Visitatore della Provincia Torino, a tutti i suoi confratelli che si trovavano a dover combattere al fronte: indicazioni pastorali, preziose, che fornivano ai religiosi spunti di riflessione su come seguire la Regola dell’Istituto in uno scenario del tutto inedito, da quali errori guardarsi; in che modo vivere una vita di preghiera in un contesto così altro, cercando di dare un senso all’esperienza drammatica della guerra”.

fratel-alessandrini-e-un-milite-durante-una-passaeggiata-sui-colli-laziali-per-i-degenti-dellospedale
Fratel Alessandrini e un milite durante una passeggiata sui colli laziali per i degenti dell’ ospedale

Tra gli istituti in vario modo raccontati nell’esposizione Salesiani, Benedettini di Montevergine, Fratelli di Nostra Signora della Misericordia, Oblati di San Giuseppe, Camilliani, Suore di Maria Bambina, Figlie di Maria Ausiliatrice, Suore della Provvidenza, Figlie della Carità di S. Vincenzo de Paoli e Marcelline. L’esposizione resterà aperta fino al 5 febbraio 2017.
(Laura Galimberti)

Una gran bella notizia: la città natale di fratel Martin, Alcora, inaugurerà ufficialmente il prossimo 9 ottobre una via a lui dedicata.

 martins

Il consiglio comunale ha approvato ieri la dedicazione di una via a fr Martin per rendere omaggio al fratello alcorino sempre con mani laboriose e sempre disponibile, sempre scalzo per essere accanto ai bisognosi, sempre con il sorriso sul volto per testimoniare e far sperimentare l’Amore di Dio.

La strada che sarà dedicata a fr Martin, é un strada vicina alla piazza La Salle dove si trova la scuola Lasallana.

E’ un rendere omaggio al nostro fratello che ha fondato Scampia con noi!

Fr. Enrico Müller

1 5 6 7 8 9 11