CONVEGNO CISM – USMI: DALLE FRONTIERE IL FUTURO DELLA VITA CONSACRATA

SARA’ PRESENTATA ANCHE LA RELATA’ DI SCAMPIA COME OPERA DI MISERICORDIA SPIRITUALE INSEGNARE AGLI IGNORANTI

Quali frontiere oggi abitano i consacrati? Quale lettura da questi osservatori può farsi sul futuro della vita consacrata? Questi ed altri interrogativi sul tavolo del convegno “dalle frontiere il futuro della vita religiosa” in programma a Roma, Villa Aurelia, dal 26 al 28 settembre, promosso da CISM USMI Area Solidarietà.

Centrali le due tavole rotonde il 27 con testimonianze di religiosi e religiose impegnati in diverse “periferie”: da Frate Federico Gandolfi in arrivo appositamente dal Sud Sudan e Suor Angela Bipendu Nama, a Frate Francesco Piloni, responsabile del Servizio Orientamento giovani di Assisi e  don Davide Banzato della Comunità Nuovi Orizzonti.

Nel pomeriggio spazio ad una lettura esterna e laica della vita consacrata a cui concorreranno Ernesto Oliviero, Giuliana Martirani e Beatrice Fazi.

“Un’occasione preziosa per lasciarsi interpellare dalle testimonianze e condividere alcune delle riposte concrete e significative messe in campo dai diversi Istituti” spiega don Wladimiro Bogoni  “attraverso la proiezione martedì 26 settembre in anteprima di una sintesi dei 14 cortometraggi prodotti, ciascuno a narrare nell’oggi un’opera di misericordia”, a cui seguiranno i lavori di gruppo.

“Un percorso” spiega Suor Azia Ciairano “che ha fatto emergere risposte efficaci e perlopiù nascoste”. “L’obiettivo” sottolinea Laura Galimberti, giornalista ideatrice del progetto “era di condividere e moltiplicarne lo spirito che le anima; restituire la profezia e la bellezza delle opere di misericordia vissute nell’oggi e della vita consacrata, interpellare e provocare stili di vita e testimonianze”.

Un viaggio intorno alla misericordia, che sogna e prefigura un network per narrare la bellezza della vita consacrata a partire proprio dalle sue opere e testimonianze. Se ne parlerà  in conclusione il 28 settembre con l’intervento del Card. Joaz Braz de Aviz, Prefetto della CIVCSVA su “consacrati e media: quali alleanze?”, la curiosa testimonianza di Ernesto Oliviero, fondatore del Sermig e il contributo di Andrea Tornielli su “la rete: insieme, un’altra frontiera”.

Campo vocazionale a Mazara del Vallo: in periferia “per essere salvati”

RELEM – Campo vocazionale a Mazara del Vallo: in periferia “per essere salvati”

Mazara del Vallo (TP) estremo sud della penisola, luogo sconosciuto ai Lasalliani, prima dell’ ultima settimana di luglio 2017. In nove – un Fratello, due Associate insegnanti, un insegnate con il marito e 4 giovani lasalliani – vi hanno fatto comunità per 15 giorni, accolti dalle Francescane Missionarie di Maria che dal 1978 vi sono presenti per condividere con i migranti – prima solo tunisini, e poi slavi, egiziani, russi – percorsi educativi e d’animazione.

“Andare ai margini” spiega Fratel Enrico Muller, responsabile del tavolo di ricerca vocazionale “è stata la prima motivazione che ci ha spinto ad organizzare il campo in perideria, colpiti anche dall’ affermazione non andiamo verso i Poveri per salvarli, ma per essere salvati. Essere accolti” specifica “non è solo un’esperienza fisica, ma anche teologica, come d’altronde lo è uscire. Abbiamo così potuto attraversare il confine della congregazione, verso un progetto comune e (45° Capitolo Generale 3.26), condividendo vita, preghiera, Spirito e sapienza con le religiose e scoprire non solo la sintonia tra i carismi, ma anche la multiforme grazia di Dio”.

La comunità  delle Francescane Missionarie di Maria si trova all’entrata della Cashbah. La cattedrale, di una diocesi antichissima eretta nel 1093, è a soli 5 minuti di cammino. “Un ambiente multireligioso, che abbiamo solo osservato da lontano, che ci ha permesso di vedere e scoprire Dio nascosto e presente”. Le stradine hanno fatto da cornice al campo: “un luogo prezioso per la mezza giornata di deserto che l’esperienza prevedeva, ispirata al Roveto Ardente, a Dio che ci precede, che è sempre un po’ più avanti, ci attende. Siamo venuti a Mazara non per non fare i turisti e abbiamo dovuto scalzarci (Lc 10, 1-11), provare su di noi e in noi la fragilità , l’insicurezza, la provvisorietà  per cogliere la sacralità  del nostro camminare perchè ogni luogo è sacro. Dio infatti è presente. Ogni persona è sacra e ce lo rivela. Scalzarci ci èanche servito per avvicinarci agli altri, all’Altro con delicatezza, con dolcezza, come Lui s’accosta a noi, senza invadenza”.

Al centro l’ ESSERE MISSIONE, come ricorda Papa Francesco nell’ Evangelii Gaudium. “Il tesoro, i bambini che ci hanno scelti, chiamati, accompagnati: Adem, Razi, Manar e Maram, Selma, Nini, Ismail, Rajeh, Alice e Susanna, Jennifer, Floriana, Leo, Emedin, Sofia, Maria e tanti e tante altri. Una trentina tra i 7 e i 12 anni. Iscrizioni raccolte passando casa per casa. Dalle 9 alle 17:30 con loro: la mattinata al mare tra giochi e laboratori. Filo conduttore dell’ attività  il creato, con i suoi elementi terra, acqua, aria, fuoco.

“Hanno colpito i nostri cuori, ci hanno chiamati e ci hanno ricordato i fondamenti della nostra vocazione lasalliana: Dio è davvero buono, vigile e provvidente. I bambini hanno bisogno di angeli visibili. E’ stato Dio a chiamarvi, a destinarvi ad assolvere questo compito e a inviarvi a lavorare nella sua vigna. Fatelo con tutto l’ amore di cui è capace il vostro cuore e con l’intento di lavorare solo per lui. Offritevi spesso allo Spirito di Nostro Signore per agire solo quando vi sentite mossi da lui. Comportatevi come ministri di Dio… fino a spargere il vostro sangue per Gesù, per compiere bene il vostro ministero.

A vivere la proposta una comunità  multiforme, che ha sperimentato la mistica del vivere insieme, come suggerita dal Simposio delle Vocazioni Lasalliane 2016: “mischiare” giovani e adulti in esperienze di servizio, interrogare vocazioni mature, proporre al contempo modelli vocazionali negli adulti, riflettendo non solo su cosa Dio voglia da loro, ma anche su come vivere una vita cristiana laicale.

“Una proposta che ho colto per uscire dal mio orto” spiega Annalisa, insegnante lasalliana “per imparare qualcosa di più profondo e vero nel cammino ordinario. “Una scuola di qualità  non significa solo dare sempre più servizi e opportunità  didattiche agli studenti” aggiunge Miriam, anche lei docente associata lasalliana. “Questo rende certamente più competitiva un’istituzione, senza mai dimenticare ciò che rende feconda e viva la relazione educativaA scuola tu sei gentile? Mi ha chiesto una bambina egiziana. La vocazione non è una scelta fatta una volta per tutte, ma una risposta ad una chiamata unica. Ogni giorno il ragazzo o il bambino provoca il nostro vivere e il nostro educare. Dai più piccoli, in difficoltà  o difficili, si impara uno sguardo gratuito, non scontato e più significativo… una tenerezza con cui guardare i propri alunni e le loro poche o tante complessità . Uscire per scoprire di più la bellezza nel quotidiano che siamo chiamati a vivere, uno stupore che dia senso alla vita. A volte si esce per salvare e ci si ritrova salvati”.

“La realtà è stata ancora più feconda del previsto” racconta Suor Paola Dal Pra, Francescana Missionaria di Maria. Ognuno dei bimbi, spontaneamente, ha scelto l’animatore con cui nuotare, giocare, danzare, essere coccolato. Maram si è aggrappata a Miriam come una mamma; fratel Enrico era sepolto dagli abbracci di tutti; come pure Irene, Marta, Luana e Gabriele. L’esempio di persone adulte mature è stato davvero significativo. Paolo e Miriam sono stati esempio di coppia felice; Annalisa di insegnante gentile; Eleonora di pittrice ed educatrice paziente; Miki di persona creativa che sapeva non solo nuotare ma anche valorizzare le meduse. Elisa, Lavinia e Stefania erano segno di unità  nelle decisioni e nelle proposte; Ahmet e Jemina mostravano il loro entusiasmo facendo un’ infinità  di foto. Amir si è fatto apprezzare per la sua competenza nell’insegnare break; le due cuoche, aiutate da Habib, per il loro lavoro generoso fatto in armonia; Luigi e Peppe per la prontezza a vigilare sulle necessità ; Patrizia per la sua presenza giornaliera in piazza, silenziosa. Il campo vocazionale nel servizio poi era come una perla preziosa che dava slancio al gruppo. Dio ha fiducia di noi e il cammino continua, insieme, perchè guidati dalla sua Presenza diveniamo sempre più missione e annuncio di Speranza”. (L.G.)

Roma Half Marathon Via Pacis

Il 17 settembre esordisce a Roma una mezza maratona per promuovere la conoscenza della ricchezza culturale e religiosa della Città e di favorire l’integrazione tra le diverse comunità religiose

Roma Capitale e il Pontificio Consiglio della Cultura, Dicastero della Santa Sede hanno stabilito un accordo per dare vita congiuntamente alla 1ª Rome Half Marathon VIA PACIS, una manifestazione sportiva popolare, con lo scopo di promuovere la conoscenza della ricchezza culturale e religiosa della Città e di favorire l’integrazione tra le diverse comunità religiose presenti nel suo territorio. In questo modo, la Santa Sede e la Città di Roma, legate da uno speciale vincolo storico, intendono rafforzare ulteriormente i legami culturali già esistenti, aperti alla nuova realtà multi culturale e multi religiosa della nostra Città.

Ispirato al tradizionale pellegrinaggio delle sette chiese, itinerario religioso, artistico e culturale di lunga tradizione nella Capitale, questa manifestazione intende collegare luoghi di culto emblematici della Capitale, appartenenti a diverse confessioni e comunità religiose, come la Moschea, la Sinagoga e altre chiese cristiane e luoghi religiosi presenti a Roma, oltre alle bellezze e luoghi rappresentativi storici di Roma in un percorso podistico dalla distanza equivalente a una mezza maratona.

L’evento è aperto a tutte le confessioni religiose che vorranno partecipare. A tale proposito stanno già collaborando, dando il loro contributo alla buona riuscita della manifestazione, le comunità islamica ed ebraica.

I due enti promotori, hanno riscontrato un’importante e fattiva collaborazione da parte della Federazione Italiana di Atletica Leggera che ha dato la sua disponibilità ad assumere l’organizzazione tecnica della manifestazione. La partnership con la FIDAL consentirà alle istituzioni proponenti di poter godere delle necessarie garanzie tecniche necessarie alla realizzazione, alla promozione e allo sviluppo negli anni della gara, sia nella parte competitiva che in quella non competitiva.

Per curare gli aspetti organizzativi dell’evento saranno istituti un comitato d’onore e un comitato esecutivo composti da rappresentanti di Roma Capitale, del Pontificio Consiglio della Cultura, della FIDAL e successivamente di confessioni religiose che intenderanno aderire.

La data scelta per la manifestazione è domenica 17 settembre e si costituirà come uno degli appuntamenti annuali nella Capitale. La Rome Half Marathon Via Pacis sarà patrocinata anche dal CONI e dal CIP e sosterrà un’iniziativa condivisa di solidarietà.

“E’ davvero magnifica – nelle intenzioni e nella sua realizzazione – la Prima Mezza Maratona Multireligiosa Per la Pace. Una iniziativa di cui siamo particolarmente orgogliosi e felici, perché ci aiuta a favorire il dialogo e l’integrazione tra le diverse comunità religiose presenti a Roma e la città tutta. Ci aiuta a rendere più solidi quei sentimenti di unione e fratellanza già esistenti da secoli, rendendoli sempre attuali e presenti. Solo nel percorso comune, nel rispetto delle diversità di ciascuno la nostra comunità potrà crescere più forte e solidale, pronta ad accogliere le sfide che si fanno sempre più ardue e pressanti. Nel ripercorrere simbolicamente il cammino dei pellegrini che arrivavano nella nostra città da ogni parte del mondo, Roma sarà ancora una volta protagonista di quella trama che parla agli altri con le parole della pace e della solidarietà. Del dialogo e del rispetto. Sempre l’uno accanto all’altro per correre insieme”, dichiara la Sindaca di Roma Virginia Raggi

Italia – Una reliquia de La Salle en la catedral de Vercelli. Mons. Arnolfo, “como él, socorrer a quien no tiene y a quien no sabe”

Una reliquia “de primera clase”, un pedacito de hueso de san Juan Bautista de La Salle, artísticamente colocado en un hermoso viril, a su vez contenido en un gran relicario, hizo su ingreso en la tarde del sábado 20 de mayo en la catedral de Vercelli.

La acompañaban procesionalmente alumnos, profesores, familias y exalumnos de las Escuelas Cristianas junto con la comunidad Signum Fidei de Vercelli. La celebración eucarística, en la tradicional jornada lasaliana, estuvo presidida por el arzobispo Mons. Marco Arnolfo y por el Vicario Episcopal y párroco de la catedral, Mons. Giuseppe Cavallone, también él exalumno de las escuelas lasalianas. A partir de la pregunta: ¿es posible vivir sin amar?, se produjo un dialogo animado y con gran partición por parte de los niños presentes. La invitación era a ser amigos de Jesús, y llenos del Espíritu Santo, amar al prójimo. Permanecer abiertos, disponibles, dispuestos a ayudar a quien lo necesita. Como san Juan Bautista de La Salle ocuparse de los pobres, de quien no tiene y de quien no sabe.

“Aquí en Vercelli”, explica Roberta Tricerri, directora del Instituto, “la presencia de los Hermanos remonta a 1841. Actualmente acogemos en nuestra institución escolar a 170 alumnos, entre las secciones nido, infantil y la escuela primaria, 21 profesores y personal auxiliar”. Conjugar fe y cultura es el objetivo educativo principal, abriendo horizontes y formando ciudadanos del futuro. “Un proyecto ambicioso y comprometedor que exige tanto ayer como hoy pasión, competencia y fe. La presencia de La Salle, que desde el sábado ha encontrado una morada en la catedral, en la capilla de S. Juan Nepomuceno junto al exalumno el Beato Secondo Pollo, es un apoyo y una invitación para todos los educadores a proseguir con nuevo vigor nuestra misión educativa, siempre urgente”. Entusiasmo y pasión de los cuales, la historia reciente de la presencia lasaliana, da testimonio. “Los Hermanos dejaron la escuela y vendieron el edificio en 1994. Teníamos 48 alumnos. Inicialmente dimos nacimiento a una cooperativa de padres con el apoyo de la diócesis. Luego en el 2012 de ente moral nos transformamos en Fundación”. De ese modo, alojados en el asilo Filippi y proponiendo una pedagogía Lasaliana, la Fundación – formada por 5 consejeros, 3 de ellos laicos, por el mismo arzobispo y el Hermano Visitador de la Provincia Lasaliana – se elige el nombre de “Filippi La Salle”. “Un proyecto exigente que ha requerido energías y fe, para superar tantas dificultades”, nos confía Tricerri, a quien le ha sido reconocida por la congregación el título de afiliada. “No se trata de una solicitud sino de un don que he recibido de la congregación, conferido a los Lasalianos, con hermosas expresiones en francés, de parte del Superior General. Una comunidad de Hermanos propuso mi nombre. A ello le siguieron dos años de verificación y discernimiento. Luego la aprobación por unanimidad, que me da la fuerza de no cesar nunca de ser pionera, como laica, en “esta nueva frontera”.

Italia – Una reliquia de La Salle en la catedral de Vercelli. Mons. Arnolfo, “como él, socorrer a quien no tiene y a quien no sabe”

La reliquia, extraída en 1888 antes de la beatificación, fue un regalo personal del postulador general Hermano Rodolfo Meoli a la directora. “Todavía no tenemos una capillita en la escuela, pero pronto la tendremos. He pensado inmediatamente en darle la dignidad que se merece y compartirla con nuestra diócesis y siguiendo la invitación de nuestro arzobispo pensamos en colocarla en la catedral eusebiena”.

Un gran sábado con la participación de la ciudad: La procesión de la escuela a la catedral, luego el ingreso en el templo con las notas del himno lasaliano. La entrega del relicario de manos del Hermano Alessandro Cagnola, director de la comunidad de Milán del Instituto San Giuseppe, tutor de la formación lasaliana en Vercelli, acompañado por la Sra. Tricerri y el Hermano Babriele Dalle Nogare, director del Instituto de Biella y de la comunidad Signum Fidei. Junto a la capilla donde se ha colocado la reliquia, figura una gran estrella, símbolo lasaliano, con la frase “La Salle está aquí”, sobre la cual los niños presentes colocaron muchas estrellas con sus nombres”. “Es la señal de su presencia viva a todos los efectos” concluye Tricerri. “Espero que a partir de ahora brote una devoción que dé nuevo vigor a todos los educadores. Durante estos días llevaremos a los niños más pequeños a ver dónde está ubicada y que todos puedan saber que él está allí. ¿La escuela lasaliana? Una escuela del corazón, que acompaña en un proceso de crecimiento humano y espiritual, a los niños hacia Cristo”.

Laura Galimberti

Italia – Un libro para educadores y padres

El 16 de mayo de 2017, en la sala Juan Pablo II de la Casa Generalicia, tuvo lugar la presentación del libro de Mario Chiarapini, Scuola, laboro de squadra. Fiducia tra alunni, genitori e insegnanti. Ed. Paoline, Milano 2017 (Escuela, trabajo en equipo, confianza entre los alumnos, padres y profesores). Además del autor, intervinieron en Hermano Remo L. Guidi, conocido historiador de temas humanístico-renacentistas y el exalumno prof. Marco Camerini, profesor de Letras y crítico literario.

El Hermano Mario Chiarapini, FSC, profesor de letras y director de escuela, es conocido en Italia como experto en problemas juveniles y familiares. Autor de varios libros, es un publicista reconocido. En su haber tiene más de una quincena de libros, nueve de los cuales en las Ediciones Paulinas, y otros con diversas casas editoriales. Ha escrito sobre catequesis y sobre los jóvenes, mientras que en este libro se ha ocupado de problemas del mundo de la escuela, donde confluyen, junto a la experiencia y la formación personales, los principios didácticos y pedagógicos que pertenecen a la tradición del Instituto de los Hermanos de las Escuelas Cristianas y a la literatura lasaliana, desde la Guía de las escuelas, a las Reglas de cortesía, hasta Las doce virtudes de un buen maestro, revisadas con un óptica actual.

Italia – Un libro para educadores y padres

La idea de escribir el libro nació como consecuencia de decenas y decenas de encuentros de formación realizados por el autor en los últimos años con profesores y padres de diversas instituciones católicas, lasalianas y no solamente, durante las cuales ha tenido la oportunidad de compartir experiencias y dificultades, junto con propuestas de posibles soluciones. Además de su utilidad para la reflexión personal, el texto puede resultar útil para reflexionar en grupos y dar pie al diálogo.

El estilo responde a la finalidad concreta del libro: es claro, con mensajes directos, un verdadero y auténtico vademécum para los educadores. En él se encuentran sugerencias prácticas y buenas dosis de confianza. Muy útil también para los padres.

Con este libro, último de una trilogía en la cual se ha abordado el problema de la emergencia educativa, el autor trata de sugerir estrategias útiles y superar las dificultades frecuentes en la vida escolar, tratando además las diversas tipologías de padres y las cualidades necesarias de los educadores.

El actual momento de regresión cultural y de deriva comportamental y existencial hay que atribuirlo, según el Hermano Mario, a la falta de preparación y a la carencia de iniciativa de los adultos. En efecto, en los tres libros trata respectivamente del ámbito familiar ((Non date le dimissioni. Genitori alle prese con l’educazione dei figli, 2011 con dos ediciones), del mundo de los adultos (Dove sono gli adulti? Assenti ingiustificati, 2013) y ahora del ambiente escolar (Scuola, lavoro di squadra. Fiducia tra alunni, genitori e insegnanti, 2017).

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